Spettacolo antologico di versi prosa e musica tratti dalle opere di Raffaele Viviani
Progetto e regia Antonella Monetti
Direzione musicale e arrangiamenti Riccardo Veno
Coreografie Anna Redi
Allestimenti Marco Mazzocchi
Costumi Daniela Salernitano
Disegno luci Paco Summonte
Fonica Cesare Gardini
Organizzazione Linda Martinelli
Produzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia,
in coproduzione con Chiaradanza
in collaborazione con
Istituto Penale per Minori di Nisida
Gino Sorbillo della storica pizzeria di Via Tribunali
Stefano Ferrara Forni S.r.l.
Forni a legna artigianali – Neapolitan hand made brick ovens
con:
Il prestigiatore, il guappo Aitano, il cantante di pianino: Salvatore Cantalupo
L’avvocato Torre, Don Ciro il cravattaio, Domenico: Antonello Cossia
L’avvocato Sabatello, Totore: Dario Eduardo De Falco
Il cantante dalla bella voce, Riccetiello: Daniele Mango
La bella ballerina, Concettina: Ambra Marcozzi
La posteggiatrice Dolores Melodia, Nannina: Antonella Monetti
Il mendicante, donna Rosa: Anna Redi
Il presentatore, Mimì di Montemurro: Gianni Simioli
Bebè il Cocainomane, sax soprano: Riccardo Veno
Flauto: Riccardo Frulio
Clarinetto: Bruno Sepe
Trombone: Raffaele Carotenuto
Chitarra: Mario Romano
Fisarmonica: Martina Mollo
Contrabbasso: Ciro Imperato
Batteria e percussioni: Leonardo De Lorenzo
con la partecipazione dei ragazzi del laboratorio di teatro dell’Istituto Penale per minori di Nisida
a cura di Veria Ponticiello: Antonio,Dragana,Luca,Mario,Raffaele,Roberto
Assistente alla regia: Antimo Campanile
Tattoo Mary Samele
Note di regia
La struggente attualità dell’opera di Viviani si offre allo spettatore in quadri teatrali che rispecchiano le immutate condizioni dell’oggi e sembrano quasi rinfacciare le occasioni di svolta che la nostra città ha disatteso. Attraverso questa lente, sembra proprio che Napoli abbia da sempre mancato alle sue vocazioni “naturali” di città, di polis, essendo ancor oggi carente in certe cose basilari: innanzitutto nelle condizioni igienico sanitarie, nelle opportunità di lavoro, nella cittadinanza responsabile, nell’accoglienza del visitatore, nella tutela del suo patrimonio umano ed artistico.
Di tanto in tanto però la svolta si tenta, il filo si spezza, ci si ritrova in piazza a reclamare, gli amministratori cambiano, si spera questa volta di riuscire… ma nessuna amministrazione finora è riuscita ad imprimere il famigerato nuovo corso. La sua necessità ciclicamente infervora, il suo sogno inorgoglisce e attraverso la sua evocazione si riesce a veicolare qualsiasi speculazione, qualsiasi inganno.
Bagnoli, isolotto di Nisida, litorali elitari, ancora vietati all’usufrutto cittadino, appalto di fallimentari istituzioni post industriali, caserme, carceri, spiagge negate: un mare che non bagna né Napoli né i napoletani.
Incantevole lo specchio di mare che divide Nisida dalla terraferma, da una parte la rupe di Posillipo, dall’altra il costone di tufo dell’isola, base nautica della polizia penitenziaria.
Molo Cappellini, l’avevamo mai sentito nominare?
È qui che porteremo in scena una nostra elaborazione antologica, tratta da Napoli in Frack di Raffaele Viviani: una visita guidata alle bellezze della città, con accompagnamento teatral-musicale di ritratti urbani vivianei, tratti da Santa Lucia Nova, Festa di Piedigrotta, Porta Capuana, Piazza Ferrovia.
Protagonisti di questo spettacolo sono dunque in primis la città di Napoli come territorio conteso tra le classi sociali, la sua vocazione (mancata da sempre) all’ospitalità verso il visitatore e il suo rapporto scellerato con i propri artisti, da sempre figliastri, a volte accattoni.
Viviani portava in scena tranquillamente 30-35 attori tutti assieme … noi, con otto musicisti, sei attori, due cantanti, una ballerina, i ragazzi del carcere di Nisida, cercheremo di sembrare il doppio!
Ringraziamenti speciali a:
Giulia Saciko Gomez, Giuliano Longone, Valeria Parrella, Davide Iodice, Marzia Dalesio, Cyop & Kaf, Mauro Mascolo, Gaetano Cozzuto, Gianluca Fusco, Nicola Laieta, Mary Samele, Mattia Doto, Sandro Amatucci.